Opportunità per le imprese

Industria 4.0, l’impatto della nuova rivoluzione industriale sulle piccole e medie imprese

Con la Fabbrica intelligente un’opportunità da cogliere per evolvere e rinnovare la propria azienda ed essere più competitivi sul mercato del futuro. I consigli dell’ingegner Mauro Marini, consulente e docente alla Facoltà di Ingegneria dell'Ateneo

Industria 4.0, l’impatto della nuova rivoluzione industriale sulle piccole e medie imprese

Cresce anche in Italia l’interesse verso Industria 4.0, ovvero la Fabbrica intelligente che sarà protagonista della quarta rivoluzione industriale. Dopo Germania, Regno Unito, Francia e Olanda, anche il Governo del nostro Paese ha varato di recente uno specifico Piano nazionale per facilitare l’avvio di questo importante processo che vedrà protagoniste le grandi realtà industriali ma coinvolgerà anche il mondo della piccola e media impresa. Che se saprà cogliere questa opportunità, potrà evolversi ed essere più competitivo, come spiega l’ingegner Mauro Marini (consulente e docente alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna) che su questi temi tiene seminari formativi per Ecipar Bologna, la società di formazione di Cna Bologna.

Per informazioni: www.eciparbologna.it, ecipar@bo.cna.it

Ingegner Marini, che cosa si intende per Industria 4.0 e a che punto siamo in Italia?
Il termine Industria 4.0 indica un complesso di tecnologie e strumenti con il quale è possibile realizzare fabbriche sempre più “intelligenti” e interconnesse lungo tutta la filiera produttiva. Non è una metodologia (nel senso in cui lo è ad esempio il Lean Manufacturing) e tantomeno uno strumento specifico: si tratta piuttosto di un insieme di possibilità e applicazioni che nascono dalla convergenza fra tecnologie di produzione e mondo digitale. In Italia le indagini più recenti mostrano che la consapevolezza su questo tema sta iniziando a diffondersi, grazie anche a misure di sostegno come il Piano Nazionale Industria 4.0.

Quale a suo parere, l’impatto di questa nuova rivoluzione industriale sulle piccole e medie imprese?
Quando il mondo cambia, cambia per tutti: perciò l’impatto delle tecnologie digitali sul mondo produttivo non riguarda soltanto i grandi committenti, ma anche la loro rete di fornitori e subfornitori. Le nuove tecnologie puntano invariabilmente su qualità, velocità, riduzione dei costi di progettazione e produzione: rappresentano perciò un’opportunità concreta per il rilancio, su basi più moderne, delle nostre aziende produttive. Considerare Industria 4.0 come una moda passeggera o una questione che riguarda soltanto i big sarebbe perciò un errore strategico.

Quali sono le modalità e le soluzioni tecnologiche da adottare per avviare un’impresa verso Industria 4.0?
Le soluzioni tecnologiche disponibili sono molte, e saranno sempre di più: vanno dalla simulazione alla processazione dei dati, dalla conversione digitale–fisico alla robotica. Come sempre, il problema è scegliere. Occorre avere chiari i fattori sui quali si vuole competere nel futuro e introdurre con gradualità le tecnologie digitali che li supportano. Prima ancora che una questione tecnologica Industria 4.0 pone un problema di strategia, anche per le piccole aziende subfornitrici.

In termini di vantaggi è corretto sintetizzare con l’equazione “più tecnologia uguale a più profitti” o ci sono anche altre chiavi di lettura?
Più tecnologia non significa automaticamente più profitto: quando le conoscenze sono disponibili per tutti creano opportunità anche per nuovi competitor, o viceversa marginalizzano chi le introduce con eccessivo ritardo. Il profitto è una conseguenza delle scelte che l’impresa di volta in volta compie in termini di mercati, tecnologie e competenze. Per un‘azienda manifatturiera esso deriva dalla capacità di allineare bisogni da soddisfare sul mercato e organizzazione della produzione: perciò l’investimento in tecnologia genera profitto soltanto se è al servizio di una chiara idea di sviluppo.

Come si declina Industria 4.0 riguardo alle risorse umane?
È un tema chiave: l’innovazione digitale richiede persone qualificate. Il mercato del lavoro si caratterizza sicuramente per la carenza di figure tecniche preparate, ma le PMI, specie le più piccole, potrebbero porsi con maggiore consapevolezza il problema di come diventare attrattive per i giovani di talento. Non si tratta solo di una questione economica: ai giovani interessa poter operare con autonomia e responsabilità e soprattutto apprendere, aspetti sui quali le PMI hanno in realtà molto da offrire. Sicuramente occorre collegarsi a canali (università e istituti tecnici) che consentano di intercettare per tempo i ragazzi più in gamba e avvicinarli all’azienda.

Quanto è importante per un imprenditore farsi trovare pronto e come acquisire le conoscenze e competenze per cogliere al meglio le opportunità di questa importante trasformazione?
È una cosa un po’ dura da ammettere, ma nelle PMI si studia ancora troppo poco, anche se la situazione è molto migliorata grazie ai programmi di formazione promossi in particolare dall’Unione Europea e dalle associazioni imprenditoriali. Credo che per gli imprenditori e i loro collaboratori sia importante coltivare consapevolmente una rete, esterna all’azienda, di soggetti qualificati cui fare riferimento per confrontarsi sui temi “caldi”. Centri di formazione, società di consulenza, ma anche fornitori di soluzioni tecnologiche, colleghi e naturalmente l’Università, che ha fatto molti passi avanti nel mostrare attenzione concreta verso il mondo delle imprese. A loro volta questi soggetti devono impegnarsi sempre di più per fornire alle imprese servizi concreti e qualificati: le aziende evolute per crescere hanno bisogno di servizi evoluti, e viceversa.

MAURO MARINI
Ingegnere elettronico, dal 1994 svolge attività di consulenza in aziende manifatturiere e di servizi sui temi dell’organizzazione della produzione, della logistica e del project management. Il suo ambito di intervento comprende interventi di company turnaround (ristrutturazioni aziendali, fusioni) in affiancamento all’imprenditore o all’amministratore delegato.
Dal 1996 insegna presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna, dove ha tenuto i corsi di “Organizzazione della Produzione e dei Sistemi Logistici” e “Gestione della Qualità”. Attualmente è titolare dell’insegnamento di Supply Chain Management nel corso di laurea specialistica in Ingegneria Gestionale.
Svolge regolarmente attività di formazione in diverse business school e presso numerose aziende. Parla correntemente inglese e spagnolo.